Apple, cosa succede? Presentato il nuovo M3 pro ma qualcosa non quadra: è meno potente del predecessore

C’era molta attesa per la presentazione dei nuovi prodotti a marchio Apple con i chip M3, ma qualcosa non sta piacendo agli appassionati 

Apple ha da sempre lasciato a bocca aperta i suoi clienti e sostenitori con innovazioni sempre oltre le aspettative. Ma questa volta qualcosa non sembra essere andato per il verso giusto e sul web già si vocifera di alcuni problemi relativi ai nuovi prodotti appena presentati al pubblico

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Le prestazioni dei nuovi chip M3 di Apple hanno prestazioni inferiori della precedente generazione? – Rinews.it

La compagnia della mela morsicata ha presentato i chip M3, M3 Pro, M3 Max con i nuovi Macbook Pro e iMac da 24 pollici, e dalle specifiche tecniche sembra che M3 Pro abbia subito una riduzione rispetto al M2 Pro. Questo nonostante abbiano migliorato ulteriormente le prestazioni e i rapporti performance/watt rispetto alla generazione precedente.

WCCFTech ha confrontato i due sistemi a chip Apple Silicon con dati precisi per diffondere la notizia. Il M3 Pro è il chip più recente e presenta una CPU di 12 core (6P + 6E), una GPU di 18 core con supporto al ray tracing, un Neural Engine di 16 core e una larghezza di banda di 150GB/s. M2 Pro ha anch’esso una CPU a 12 core, ma ha 8 core di prestazioni e 6 core di efficienza. La larghezza di banda è di 200GB/s, la GPU ha 19 core e il Neural Engine ha 16 core.

I nuovi chip M3 di Apple hanno prestazioni inferiori?

I dati tecnici appena analizzati indicano che la larghezza di banda del M3 Pro è del 25% inferiore rispetto al modello precedente. Oltre a questo, nei nuovi modelli di Chip della serie M3 ci sono ben due core di prestazione in meno nella CPU e un core in meno nella GPU.

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Apple presenta i nuovi MacBook Pro e iMac da 24 pollici con Chip M3, ma qualcosa non torna – Rinews.it

Potrebbe essere questo il motivo per cui Apple ha mostrato una differenza di prestazioni solo del 10% tra i due chip durante l’evento. L’autonomia aumentata grazie a più core ad alta efficienza potrebbe essere stata un altro fattore che ha portato a questa decisione.

Se quindi da una parte appare evidente a chiunque che la riduzione del numero di core non abbia avuto un impatto significativo sulle prestazioni, che rimangono comunque superiori a quelle della precedente generazione, dall’altro, non è possibile determinare l’impatto della ridotta larghezza di banda. Un fattore che potrebbe far storcere il naso alla clientela più esigente e agli utilizzatori professionali, vero zoccolo duro della clientela alla quale sono rivolti questi prodotti di punta.

Pertanto, dovremo aspettare i benchmark ufficiali nelle recensioni per determinare se c’è stato un peggioramento nelle prestazioni e quanto questo potrà andare ad incidere sul flusso di lavoro degli utenti.

Resta il fatto che questa potrebbe rappresentare una macchia non di poco conto per la compagnia che da sempre si prefigge la mission di portare prima di tutti innovazioni dirompenti e di donare quel salto qualitativo che può convincere anche i più scettici ad accettare i nuovi modelli.

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