I contributi sono necessari per andare in pensione: non è la verità

Gli scivoli pensionistici sono legati a requisiti anagrafici e contributivi. Eppure delle strade per ottenere una pensione senza avere versato contributi si possono percorrere.

Le pensioni senza contributi esistono anche se per avervi accesso occorrerà soddisfare specifici requisiti.

Come andare in pensione senza contributi
Come andare in pensione senza contributi (Rinews.it)

Quando si sente parlare di pensioni c’è una parola che riecheggia all’infinito, “contributi”. Per lasciare il mondo del lavoro e ottenere l’assegno mensile è necessario aver accumulato tanti anni di contribuzione. Venti per la pensione di vecchiaia, ad esempio, oppure 41 anni per i precoci o Quota 103, 35 anni per Opzione Donna e 42 anni e dieci mesi per la pensione anticipata ordinaria (un anno in meno per le lavoratrici). Il limite minimo è cinque anni aspettando, però, i 71 anni per il pensionamento.

Ma se un cittadino non ha mai lavorato accumulando zero contributi oppure ne ha versati meno di cinque ha qualche possibilità di ottenere la pensione? La risposta è sì anche se non nel modo in cui generalmente si pensa al trattamento. Si tratta, in realtà, di aiuti economici dedicati a chi non ha contributi maturati e si trova in particolari condizioni.

Le pensioni senza contributi, a chi sono dedicate

Il primo aiuto che segnaliamo è l’Assegno Sociale. Può essere richiesto da chi ha raggiunto i 67 anni e si trova in situazioni di difficoltà economica.

I trattamenti alternativi se non si hanno contributi
I trattamenti alternativi se non si hanno contributi (Rinews.it)

Il reddito dovrà risultare inferiore a 6.542,51 euro oppure a 13.085,02 euro se il richiedente è coniugato. Inoltre sarà necessario essere residenti in Italia. L’Assegno Sociale ha un importo di 503,27 euro nel 2023 ma spetta al 100% solamente a chi ha reddito pari a zero. La somma si ridurrà man mano che il reddito aumenta restando comunque nei limiti citati.

Un secondo aiuto è riservato ai disabili e si chiama pensione di invalidità civile. I paletti sono sia economici che di salute. Il richiedente dovrà avere una limitata capacità lavorativa e di mantenimento.

Poi c’è la pensione di cittadinanza per chi possiede un ISEE inferiore a 9.360 euro che si trasformerà in Assegno di inclusione over 67 dal 2024. L’importo sarà pari a 630 euro al mese più altri 150 euro se si paga un affitto.

E alle casalinghe è dedicato il Fondo Pensione Casalinghe. Si tratta di un sistema di previdenza facoltativa dell’INPS rivolto a chi si occupa quotidianamente delle faccende domestiche e della famiglia. La casalinga (o il casalingo) può versare volontariamente contributi per poter, così, avere una pensione. Sono sufficienti cinque anni di contributi per un importo minimo di 310 euro all’anno (almeno 25,84 euro al mese).

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