Il Superbonus costa caro agli italiani, si pagheranno più tasse

Il Superbonus ha permesso di risparmiare sulle spese di ristrutturazione della casa ma ora chi ne ha usufruito pagherà tasse più alte. 

La riqualificazione energetica del proprio immobile con l’avanzamento delle classi energetiche aumenta il valore della casa.

Chi ha scelto il Superbonus pagherà più tasse
Chi ha scelto il Superbonus pagherà più tasse (Rinews.it)

I cittadini che hanno approfittato del Superbonus 110% o 90% sono riusciti a ristrutturare casa e renderla più efficiente dal punto di vista energetico diminuendo i costi in bolletta. Tanti non hanno tenuto conto del fatto che il valore dell’immobile è aumentato grazie ai pannelli solari, agli infissi nuovi, al cappotto termico. Di conseguenza la rendita catastale stimata dal Fisco sarà più alta e questo significherà tassazioni maggiori.

Il Fisco verificherà le abitazioni ristrutturate, la relativa documentazione e determinerà, così, la nuova rendita catastale sulla base degli interventi di miglioria effettuati. E se la rendita catastale sarà più alta, aumenteranno anche gli importi dei tributi locali da corrispondere come l’IMU per le seconde case o immobili di lusso.

I controlli verranno eseguiti prendendo come riferimento delle liste selettive elaborate tramite l’uso di moderne tecnologie di inter-operabilità e analisi delle banche dati.

Le notizie per chi ha usufruito del Superbonus non finiscono qui. La casa ristrutturata, come detto, aumenta di valore. Di conseguenza da una eventuale vendita si recupereranno più soldi ma il Governo smorza presto l’entusiasmo. I contribuenti che venderanno l’immobile ristrutturato con il Superbonus 110% dovranno corrispondere un’imposta del 26% sulla plusvalenza (se ci sarà). Questa percentuale scatta se i lavori si sono conclusi negli ultimi cinque anni.

Una novità che non coinvolge (e dunque non sconvolge) i proprietari di immobili acquisiti per successione o case adibite ad abitazione principale del cedente o dei familiari per la maggior parte dei cinque anni precedenti la cessione. Se tra data di acquisto/costruzione e cessione sono trascorsi meno di cinque anni il riferimento alla destinazione ad abitazione principale verrà calcolato sulla base del periodo di possesso.

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