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Consob: in Italia c’è poca cultura finanziaria

La Consob ha diffuso un rapporto riguardante le scelte di investimento fatte dalle famiglie italiane. E dal documento in questione è emerso uno spaccato di realtà che non ci suona affatto strano, e cioè che moltissimi italiani non hanno ancora dimestichezza con il concetto e le dinamiche della finanza personale. In sostanza risulta che la metà degli italiani non conosce l’abc della finanza, mentre solo un quarto pianifica e tiene sotto controllo il bilancio familiare (a fronte di un misero 13% che riesce effettivamente a rispettarlo).

Circa la metà degli intervistati, poi, ha ammesso di provare una sorta di “ansia finanziaria”, mentre più della metà degli italiani non investirebbe i propri soldi in operazioni che potrebbero comportare una perdita di denaro. Il 45% investe quindi in fondi e obbligazioni bancarie, ritenuti strumenti tutto sommato sicuri, mentre il 37% è convinto che il proprio consulente finanziario lavori gratis.

Insomma, il discorso finanza e investimenti è molto complesso e trasversale, e gli italiani dimostrano di non conoscerne parecchi aspetti: che si tratti del semplice bilancio familiare o che si tratti di investimenti, la cultura finanziaria in Italia è davvero precaria.

Ecco appunto, gli investimenti. Da questo punto di vista sono stati forniti altri dati che non possono non catturare la nostra attenzione. Dal rapporto della Consob, infatti, vien fuori che gli italiani dimostrano di essere particolarmente affezionati all’obbligazione, ritenuta non a caso la via più sicura per investire e guadagnare soldi. Solo un investitore su tre invece guarda con interesse al mercato immobiliare.

Interessante inoltre la tendenza a condividere la scelta del migliore strumento finanziario con amici, colleghi o familiari, tanto è vero che il 53% è solito consultarsi con la sua cerchia di conoscenze prima di prendere una decisione in merito (il 23% invece dichiara di muoversi in maniera autonoma in quanto ad investimenti da fare).

In definitiva, in Italia è molto radicata la tendenza a ridurre il rischio, ma in molti casi c’è anche parecchia impulsività e poca oculatezza. Il percorso degli investimenti, in questo Paese, segue in buona sostanza due linee fondamentalmente opposte.

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