Il calo delle quotazioni del petrolio è stato determinato dal forte calo di domanda di carburante in India, alle prese con un aumento esponenziale dei casi di Covid-19. Un fattore che ha raffreddato l’ottimismo sulla ripresa economica globale nonostante giungano segnali di forte ripresa della domanda soprattutto negli Usa.
Il greggio Brent è sceso dello 0,2% dopo un aumento di quasi il 6% il mese scorso. Le vendite di benzina in India sono state le più basse ad aprile da agosto, mentre le vendite medie giornaliere di diesel sono state le più basse da ottobre. Il pessimismo generale è stato causato anche dall’invito del presidente della Confederation of Indian Industry che ha esortato il governo a frenare l’attività economica per contrastare la crescente crisi sanitaria. Non si può di certo trascurare il fatto che l’India al moment rappresenta il terzo importatore di petrolio al mondo.
La fase di crescita del prezzo del petrolio è stata determinata, in questo avvio di 2021, dalla campagna vaccinale avviata in tutto il mondo che ha consentito una parziale riapertura delle economie principali. Una ripresa che è proceduta a singhiozzo, soprattutto in Europa, dove le riaperture si sono alternate a nuove chiusure nei principali paesi, Italia compresa.
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La situazione internazionale
Nel frattempo l’OPEC hanno iniziato già da questo mese ad allentare i limiti di fornitura imposti lo scorso anno per drenare le scorte globali gonfie. La sensazione è che il prezzo del petrolio abbia già “metabolizzato” le ripartenze di Usa e Cina e che adesso sia difficile superare la soglia dei 68 dollari al barile a causa delle incognite legate alla situazione in India. Se il prezzo riuscirà a superare quella soglia, potremo vedere un rialzo più consistente ma se ciò non dovesse avvenire, è plausibile immaginare una lunga fase laterale in attesa che la pandemia allenti la morsa.
Intanto i traders stanno monitorando anche la situazione relativa ai colloqui tra l’Iran e le potenze mondiali, compresi gli Stati Uniti, sul possibile accordo nucleare. Un accordo porterebbe potenzialmente a Washington ad allentare le sanzioni sulle esportazioni di greggio iraniano, anche se i funzionari statunitensi hanno dichiarato che l’accordo è ancora lontano da raggiungere e che il percorso è irto di ostacoli. Le elezioni presidenziali in Iran del mese prossimo potrebbero rendere ancora più insidiosa la strada verso un accordo.
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