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Cina verso il ban del Bitcoin: le quotazioni tornano giù

Il prezzo del Bitcoin torna a crollare. La colpa è tutta della Cina, che dopo aver imposto un ban sulle Initial Coin Offering, potrebbe ora sfoderare un’altra dura mossa: bloccare gli exchange locali di Bitcoin. Se la cosa dovesse tramutarsi in realtà, per la regina delle criptovalute si tratterebbe di un duro colpo da digerire.

Cina vs Bitcoin: cosa sta accadendo?

I primi rumor riguardanti il nuovo ban sono cominciati a rincorrersi negli ultimi giorni e hanno prodotto un calo della quotazione valutaria. D’altronde non avrebbe potuto essere altrimenti, anche perché va ricordato che soltanto in Cina avvengono il 23% degli scambi in Bitcoin, e che sempre la Cina è ad oggi una delle più grandi patrie di miners del mondo. Ecco quindi che un ban sugli exchange si tradurrebbe in un mezzo collasso del Bitcoin.

Ma quanto c’è di vero dietro queste indiscrezioni? Stando a quanto ne sappiamo, la Cina sarebbe davvero intenzionata a frenare l’avanzata della criptovaluta, ma sembra anche che questo ban finirebbe per essere applicato soltanto al trading di Bitcoin, per cui non ci sarebbe alcuna intenzione di ostacolare i mercati OTC tout court.

Resta comunque il fatto che anche nel caso in cui il ban dovesse applicarsi al solo trading, la cosa non sarebbe certo facile da digerire per il Bitcoin, che infatti non sta più guadagnando il terreno che guadagnava fino a pochi giorni fa. La valuta virtuale è così crollata da 4.600 dollari a 4.240 dollari, mentre attualmente si ritrova a viaggiare attorno ai 4.100/4.200 dollari.

Da parte sua, la banca centrale cinese non ha confermato né smentito le indiscrezioni sul ban, preferendo tenersi alla larga da una questione che sta dividendo l’opinione pubblica. Houbi e Okcoin, due delle più grandi piattaforme di scambio di Bitcoin, hanno invece rassicurato i propri clienti facendo sapere loro di non aver ricevuto alcun mandato in tal senso, e confermando quindi il prosieguo delle attività di exchange così come avvenuto finora.

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